7 Giugno 2007
CASTELFIDARDO – Giunge al traguardo una delle opere più importanti finanziate nel bilancio 2007, il cui progetto era stato avviato già nella precedente legislatura amministrativa. Nel corso dell’ultima seduta, il Consiglio Comunale ha votato all’unanimità il recupero della strettoia Fornaci ubicata lungo via Rossini. Il piano – in variante al p.r.g. vigente – ha concluso il suo iter. Nelle settimane scorse è “tornato” dalla Provincia di Ancona con parere favorevole senza alcun rilievo: il Consiglio lo ha dunque potuto approvare definitivamente. Come relazionato da Tersilio Marotta, che ha seguito la vicenda prima come Sindaco ed ora come assessore a lavori pubblici e urbanistica, si “risolve così un problema lungo decenni, a tutela dei pedoni e degli automobilisti, alleggerendo una delle strozzature più critiche del traffico cittadino che rappresenta un’emergenza anche ambientale vista la concentrazione di gas di scarico dei mezzi in coda soprattutto nelle ore di punta”.
L’intervento comporta un onere di spesa per il Comune di € 500.000 e prevede la demolizione degli edifici esistenti e successiva ricostruzione di un fabbricato a “L”. Ciò permetterà di realizzare l’allargamento della sede stradale, con larghezza della carreggiata di 6 metri, più un marciapiede a lato di 1,20 metri. E’ previsto inoltre lo spostamento della cabina del metano, la demolizione del ballatoio e delle scalette per far spazio ad un percorso pedonale e ad un parcheggio pubblico di sei posti auto con ingresso non diretto dalla via principale vicino alla tabaccheria esistente. In questo contesto, i proprietari delle abitazioni oggetto dell’intervento, si sono fatti carico di proporre un’iniziativa di recupero dell’intera zona con il coinvolgimento di soggetti privati e del Comune. Tale soluzione è apparsa la più idonea per perseguire una finalità di pubblico interesse: la pericolosità, i disagi e le aspettative della popolazione impongono urgentemente l’ampliamento della strada, ma va ovviamente sottolineato anche il sacrificio dei privati (espropriazione di unità abitative e non di semplici aree: nel periodo dei lavori saranno ospitati in strutture ricettive) in accordo con i quali si è ritenuto opportuno approvare un piano condiviso piuttosto che elaborare uno strumento operativo di totale iniziativa pubblica. Una scelta che per altro comporta un minor onere per l’Amministrazione nell’entità di € 63.000 circa, senza considerare l’introito di circa € 54.800 che verrà riscosso a titolo di contributo di costruzione.
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