10 Novembre 2008
LA NEF CASTELFIDARDO: Pavan 5, Gilson 3, Paterniani 17, Komel 25, Moretti 32, Giuliani 1, Romiti (l), Pirri, Belcecchi, D’Angelo, Formentini, Biagiola. All. Graziosi Gianluca.
GHERARDI CARTOEDIT TRATOS CITTA’ DI CASTELLO: Spanakis 2, Di Manno 23, Cuda 12, Pistovic 15, Sabo 13, Cester, Franceschini 11, Lipparini, Marconi, Marino, Zampetti, Gustinelli, Marra (l). All. Radici Andrea
ARBITRI: Tommaso Guerzoni (Fe) – Rita Bertolini (Re)
PARZIALI : 20-25 (30’), 25-27 (30’), 25-21 (25’), 25-19 (25’), 13-15 (18’)
NOTE – Spettatori 303. Battute vincenti: La Nef 3, Gherardi 4. Battute sbagliate: La Nef 22, Gherardi 14; Muri 4-10.
CASTELFIDARDO – Il primo punto stagionale conquistato al PalaOlimpia è poca cosa rispetto a quel che la La Nef chiedeva ad uno scontro diretto che la doveva rilanciare ma ha finito per premiare la squadra più lucida. Perfetta l’analisi del coach umbro Radici, che definisce giusto l’epilogo, “dopo che Città di Castello ha mostrato un gioco più oliato e spettacolare nei primi due set, Castelfidardo ha replicato negli altri due con grande intensità, ma nel tie-break le scelte più azzeccate a muro e al servizio le ha fatte Città di Castello”.
E’ una frase fatta, ma la La Nef appare estremamente contratta, condizionata dal peso specifico dell’incontro e frenata dagli errori che va a collezionare, mentre la Gherardi trova subito fluidità negli sbocchi offensivi, specie dal centro, da dove Sabo e Franceschini firmano il primo allungo (5-8), amplificato poi dal muro sulle bande e dalla pressione del servizio (7-11). La difesa locale prova a stringere le maglie, ma non trova l’aggressività che serve per il contro break che inneschi la classica marcia in più: gli umbri conducono (12-16, 17-21), La Nef rincorre con poco costrutto aggrappata al solito Moretti, ma subisce la verve di Di Manno e la regolarità dell’attacco ospite: che il primo parziale finisca nelle mani avversarie è un rituale dal quale la La Nef non si è mai sottratta in questi primi mesi di serie A. Per quanto ordinato e proficuo sia il gioco degli umbri, rimane comunque la sensazione che sia la La Nef a non far scattare la scintilla agonistica. Un bagliore si ha in apertura di secondo set grazie a Komel, con le cui bordate riprende fiducia (8-4), ma neanche cinque punti di vantaggio sull’11-6 danno quella tranquillità di cui la La Nef ha bisogno per distendersi: la Gherardi si mantiene in scia (16-14, 21-20) con un Di Manno (8 punti nel set) che risolve ogni situazione e arriva a contendere il set ai vantaggi: qui, la La Nef spreca due set-ball con una battuta e una ricezione sbagliata, mentre Città di Castello è abilissima a cogliere l’occasione che purtroppo sono gli stessi impacciati fidardensi a regalare. Neanche il doppio svantaggio sembra scuotere i locali: Città di Castello appare più padrona dei propri mezzi e continua a comandare il gioco anche nella fase iniziale del terzo set: 5-2. E’ allora che la La Nef rientra in gara: lo fa più con il cuore che con la testa, opponendo una difesa a volte confusa, un buon Paterniani ed un Moretti che torna a fare la differenza nella fase ascendente del set con un impressionante 83%. Il quarto set diventa così un concentrato di equilibrio e nervosismo: la La Nef passa sull’8-7, la Gherardi Cartoedit cerca di mantenere fluidità alle bande e incisività al servizio, con Cuda che firma la parità a quota 13. E’ questa la fase forse più intensa con le squadre caparbiamente attaccate ad ogni pallone, protagoniste di un testa a testa in cui si erge Komel con un 100% che parla da solo: sua la scossa che dà il +5 sul 21-16 a una La Nef che rispolvera lo spirito indomito dei tempi migliori. Il quinto set è lo sbocco più naturale fra due squadre che non a caso hanno vinto sempre e solo al tie-break. La La Nef si prende un’enormità di rischi al servizio: ne sbaglia quattro, eppure l’ace di Komel e quello di Moretti (7-5) danno lo slancio e sono il segno di un coraggio ritrovato (8-6). Ma anche la Gherardi ne ha da vendere: al cambio campo imbavaglia a muro gli uomini migliori siglando uno 0-4 che colpisce al cuore i locali. La precisione di Pistovic consente di gestire il vantaggio, Di Manno chiude lasciando alla La Nef un’enorme amarezza.
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