24 Luglio 2009
«Considero le critiche fisiologiche e, in taluni casi, utili per stimolare la crescita e un confronto costruttivo, ma per quanto riguarda al piano di localizzazione commerciale in località Monte Camillone si sta clamorosamente sbagliando bersaglio e ignorando il grande sforzo compiuto per addivenire ad una soluzione equilibrata». Così il Sindaco Mirco Soprani replica alle sferzanti dichiarazioni della Confcommercio. «Si attribuisce a questa Amministrazione la responsabilità di una scelta illogica e scellerata sotto ogni punto di vista: cosa avremmo dovuto fare su un’area privata cui è stata concessa l’edificabilità artigianale, industriale e commerciale negli anni ’80? Negare un diritto acquisito esponendo il Comune a cause di risarcimento milionarie? Rinunciare – a fronte di un passaggio obbligato e di una autorizzazione che avremmo comunque dovuto dare, ma che abbiamo ridimensionato fortemente nell’impatto – ad una serie di opere e infrastrutture che la comunità attende da sempre come il miglioramento viario di quella zona, la mitigazione del fosso Rigo, il rifacimento dei sottoservizi e la realizzazione di una piscina?
Abbiamo lavorato duramente per trovare e concordare l’opzione meno invasiva, più rispettosa del territorio, originale e innovativa: un parco commerciale – e sottolineo “parco”, anche se c’è chi vuole giocare con le parole e sminuire la grande differenza che c’è con un “centro” – che non avrà l’ennesimo spazio alimentare ma una serie di outlet di prestigio.
Confcommercio parla addirittura di destabilizzazione occupazionale dell’area: l’invitiamo a farci conoscere le proposte che ha in mente per risolvere i problemi dei 1500 cassaintegrati che conta in questo durissimo momento il distretto fidardense.
Se destabilizzare significa offrire un’opportunità o una speranza lavorativa, ebbene, corriamo volentieri il rischio. Si citano poi gli esempi negativi dei “centri” (si badi, “centri”) commerciali limitrofi, nessuno dei quali ricade nel perimetro della nostra città: prendo atto che noi siamo il parafulmine degli errori altrui senza averne alcuna parte. Un’ultima cosa, chiedo agli scettici e a chi non ha un quadro esaustivo della situazione: dov’era la Confcommercio o il senso critico della stampa quando si apriva in pompa magna l’Ikea (senza aver completato gli assi viari promessi) negli stessi giorni in cui Castelfidardo sprofondava nel fango dell’alluvione!? Dov’era quando sono stati aperti centri commerciali su altri territori comunali? Non nego le ragioni e le opinioni altrui, ma forse è il caso di distinguere e analizzare in profondità caso per caso prima di fare di tutta l’erba un fascio»
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