19 Settembre 2010
«E’ un convegno che abbiamo impostato con un taglio d’ampio respiro rispetto alle tradizionali commemorazioni per sottolineare come Castelfidardo si sia inserita nel contesto di unificazione italiano trovando immediato riscontro a livello europeo. Il mondo accademico è a tutt’oggi ancorato allo studio di aspetti specifici, ma la rivoluzione informatica ha aperto nuovi orizzonti, introducendoci in quell’ottica di world histories che induce a guardare alla storia passata, presente e contemporanea in un’ottica assai più ampia». Nelle parole del prof. Gilberto Piccinini, presidente del Comitato scientifico delle celebrazioni del 150° e della Deputazione di Storia Patria delle Marche, stanno le ragioni di una giornata di studi innovativa negli intenti e negli argomenti, oltre che base di lancio per un piano quadriennale che nel 2011 festeggerà l’Unità Italiana, nel 2012 il centenario del Monumento Nazionale delle Marche, nel 2013 il secolo della fisarmonica e nel 2015 il bicentenario della battaglia di Tolentino. Sul piano storiografico, si è trattato infatti del primo convegno che non ha posto l’attenzione tanto sul fatto d’armi che si combattè a Castelfidardo o sulle gesta gloriose dei piemontesi, quanto sulle “componenti” della compagine papalina sconfitta nella valle del Musone. E’ dalla circostanza che i pontifici non avessero un esercito proprio, ma dovettero assoldare mercenari da ogni parte d’Europa, che è nata l’ispirazione dell’incontro svoltosi presso il Salone degli Stemmi: “L’Europa e Castelfidardo: i volontari sul campo della Battaglia e le ripercussioni politiche internazionali”. All’indomani del 18 settembre 1860, Castelfidardo compare nelle cancellerie d’Europa non solo per la conta dei caduti ma per il significato di quella battaglia. Nelle fila dei pontifici cui Papa Pio IX lanciava l’appello a mò di nona crociata di battersi contro l’invasione degli “ultimi musulmani” (e di italiani si trattava), c’erano infatti volontari come gli zuavi pronti a difendere la fede e soldati provenienti da Francia, Spagna, Belgio, Inghilterra ed Austria: le nazionalità dei prestigiosi relatori che hanno portato un originale contributo, frutto di un approfondito lavoro di ricerca condotto negli archivi dei rispettivi Paesi alla voce “Castelfidardo”. Gli illustri studiosi sono stati preceduti dagli interventi del presidente della fondazione Ferretti Eugenio Paoloni e delle autorità. Il Sindaco Soprani ha rammentato il valore propedeutico della battaglia nel risorgimento e nell’unità tricolore, sottolineando l’impegno del Comitato nel creare un programma di siffatta qualità. Stefania Benatti, nel portare il saluto del presidente Spacca e dell’assessore Marcolini, ha ricordato lo sforzo della Regione Marche «nell’accompagnare l’evento approvando la legge sull’istituzione dei parchi della battaglia di Castelfidardo e Tolentino, perché capire come l’Italia è nata aiuta a comprendere e mantenere la nostra identità e il nostro patrimonio storico, ambientale e culturale». Dall’assessore provinciale Marcello Mariani, una sorta di autocritica: «Alla politica spetta il ruolo dell’ascolto – ha detto – perché se è vero che nel 1860 compì attraverso le armi una forzatura per prendere un corso che la storia aveva già imboccato, oggi è in netto ritardo rispetto alla storia e alla globalizzazione».
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