25 Gennaio 2011
Da giornalista il mese scorso ho commesso un imperdonabile errore. Non ho tenuto a mente che buona parte dei lettori si limita al titolo o alle primissime righe di un articolo. Questo deve aver fatto anche l’opposizione: di un discorso complessivo ha preso solo la parte iniziale (le mie scuse sincere per il ritardo nella realizzazione della nuova scuola media), ha ignorato l’impegno che mi sono preso di assegnarne comunque i lavori entro la fine del mandato e di questo ha fatto un cavallo di battaglia per intraprendere una campagna elettorale evidentemente povera di argomenti. Tutto quello che questa Amministrazione ha fatto e i problemi secolari che ha risolto (Strettoia Fornaci, rotatoria San Rocchetto, contenzioso milionario con il Cigad per fare degli esempi) non vengono ovviamente menzionati, riducendo la prospettiva a ciò che fa comodo. Ma tant’è. Fa parte del gioco. La volontà di essere chiaro e franco con i cittadini mi induce comunque ad illustrare – al di là delle inevitabili polemiche che poi nasceranno – le linee guida del bilancio che andremo ad approvare nei prossimi giorni. Il primo punto lo abbiamo già più volte annunciato. Tasse e tariffe non si toccano: lo abbiamo fatto una sola volta sola in cinque anni per l’avvio del “Porta a Porta” (una scommessa non priva di problemi, ma di cui stiamo perseguendo un obiettivo importantissimo) e con orgoglio e coerenza ribadiamo che non andremo a pesare sulle tasche dei contribuenti. Nonostante la crisi, nonostante il taglio enorme imposto dallo Stato: nelle casse comunali affluiranno 432.000 € in meno, pur essendo il nostro un Comune virtuoso. Di conseguenza, insisteremo sulla razionalizzazione delle spese, proseguendo le opere avviate, compiendo scelte mirate e di qualità sulla cultura che è il settore più bersagliato dai tagli, evitando impatti negativi sul sociale. Un sacrificio, per la verità, al cittadino e al lettore lo chiediamo: andare a prendersi questo Mensile a pochi passi da casa nei vari punti di distribuzione indicati oppure sottoscrivendo un abbonamento a copertura delle spese postali, che nel frattempo, per inciso, sono raddoppiate. Visto che non mancano illazioni fantasiose e gratuite anche su questo tema, vi basti questo dato: la realizzazione e diffusione di questo giornale costa in un anno 40.000 € circa. Lo Stato ha detto che dobbiamo ridurlo dell’80%: rimangono a disposizione, cioè, 8.000 €, che non bastano neanche a stamparlo. La Pluriservizi, che ne ha la gestione, farà uno sforzo, accollandosi buona parte della spesa. Risparmiare gli oltre 1000 euro mensili del servizio postale (che è la voce di spesa più onerosa) è un passaggio obbligato: l’alternativa – quella sì, scellerata – sarebbe stata l’interruzione della pubblicazione o la riduzione della periodicità, snaturando le caratteristiche di questa testata 40ennale. Ma ci fa piacere, per altro verso, che gli “avversari” politici contestino il sacrificio (non una scelta!) di rinunciare alla distribuzione casa per casa, timorosi evidentemente che ne risenta anche la loro visibilità: si vede che così antidemocratici, come più volte ci è stato rinfacciato, non siamo stati facendo scrivere e arrivare la voce di tutti.
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