10 Aprile 2020
Due videolezioni in cui la passione per la narrativa e per la poesia sono state in grado di superare il tempo e lo spazio e di toccare le corde profonde delle emozioni. Lunedì 6 e mercoledì 8 aprile gli studenti e i docenti del Meucci hanno avuto il piacere di incontrare, in una grande aula virtuale, gli autori Moreno Giannattasio e Davide Rondoni, intervenuti nell’ambito della rassegna “Meucci: Passione d’Autore”.
Ad aprire il ciclo di conferenze, dopo i saluti della Dirigente Milena Brandoni e del direttore di sede prof. Calducci, l’intervento dal titolo “I generi letterari: la novella. Boccaccio, la peste e noi”, tenuto da Moreno Giannattasio, scrittore, studioso della narrativa medievale e curatore del testo “Novelle comiche e di beffa”. “La narrazione è ancora protagonista della nostra vita perché raccontare ci permette di capire la realtà”: da qui è partita la riflessione dell’autore che ha sottolineato come la nostra memoria e la memoria di una civiltà siano costituite da racconti, da episodi significativi che fissiamo nella mente attraverso la narrazione. L’autore è poi passato ad analizzare la novità introdotta da Boccaccio nel genere della novella, l’importanza linguistica in grado di costituire un modello di stile per moltissimi scrittori successivi, la cornice letteraria del Decameron e la grande epidemia di peste, un’esperienza simile a quella che stiamo vivendo noi. Tanti gli spunti di riflessione forniti e i temi toccati, anche attraverso la lettura di un passo scelto tratto dalla novella di apertura della prima giornata del Decameron, “Ser Ciappelletto” e accanto a questi l’invito a considerare non solo il contenuto delle singole storie ma il modo in cui vengono raccontate. È questo, infatti, che fa del Decameron un’opera universale e adatta davvero a tutti i tempi.
“La poesia mette a fuoco la vita” è stato il titolo della seconda videoconferenza: con un intervento straordinariamente ricco il poeta e saggista Davide Rondoni, tra i più conosciuti in Italia, ha affascinato, mercoledì 8 aprile, una platea virtuale che ha sfiorato le 200 persone, regalandoci parole e riflessioni preziose che sapremo portare con noi. “Le parole sono lo strumento affinché la tua vita diventi davvero la tua”: tutti abbiamo bisogno di trovare le parole adeguate ad esprimere il mondo e quindi tutti accediamo al linguaggio poetico. “L’arte della poesia nasce come esigenza di conoscere il mondo”, la poesia “mette a fuoco la vita” perché ce la fa conoscere meglio. Prima ancora che una materia da studiare a scuola, la poesia è “esistita a scuola” perché, a differenza della tecnologia, creata dall’uomo, “il parlare poeticamente l’uomo lo ha sempre avuto”, la poesia e l’arte ci sono sempre state, sono nate insieme all’uomo. La poesia, prima di tutto, “è un’esperienza ma è anche un’arte, una passione che deve essere coltivata, altrimenti diventa palude”. “La poesia accade”, ha detto Rondoni, “quando ci sono parole che chiedono di essere dette”. Un viaggio intenso e una magistrale lezione compiuta attraverso le parole e i temi toccati, che hanno saputo coinvolgere e stimolare negli studenti riflessioni, curiosità, interventi. E proprio ai giovani si è rivolto il poeta, esortandoli a trovare dei “fari”, dei capolavori dell’arte, dei poeti da far propri e da sentire come propri, che non smettono mai di parlarci, di parlare di noi e per noi. “Amare è l’occupazione di chi non ha paura”, ha detto Rondoni. L’Amore vince la morte, illumina il buio e dà squarci di luce nei momenti di difficoltà.
La letteratura italiana e la poesia raccontate e proposte, in queste due giornate, da grandi studiosi che hanno saputo trasmettere la loro passione e sono stati capaci di farci arrivare tutta la potenza e la forza di voci forse anche lontane nel tempo ma capaci di parlarci ancora e prepotentemente, di mostrarsi così straordinariamente attuali, di azzerare le distanze e di unire menti e cuori, al di là degli schermi.
I.I.S. Meucci
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