14 Maggio 2020
Una sparuta manciata di rappresentanti le istituzioni e le associazioni isolati nei banchi, con la mascherina indosso al pari dei parroci: è la fotografia del momento storico nella festa dei Santi Patroni Vittore e Corona che forse mai come quest’anno a dispetto del distanziamento sociale ha generato condivisione di sentimenti e speranze.
Celebrazione religiosa e civile sono confluite in un’unica cerimonia, trasmessa in diretta streaming sui canali social del Comune proprio «per permettere la più ampia partecipazione, seppur virtuale, e far arrivare a tutti un messaggio di fiducia e gratitudine, per la compostezza con cui ogni cittadino sta affrontando questa fase di limitazione della libertà», come ha sottolineato il sindaco Roberto Ascani. Profonda la riflessione suscitata dalle parole forti dell’arcivescovo metropolita. «Cosa è emerso durante il lockdown caratterizzato dalla paura di essere contagiati e dalla dolorosa conta dei malati e delle vittime?», si è chiesto Mons. Angelo Spina, trovando nel « valore della vita e dell’amore» la più limpida delle risposte. «Pensavamo di essere i padroni del mondo, invece ci siamo scoperti fragili ed esposti ad un virus che non fa distinzioni di razza o di persone ma ci ha ricordato che abbiamo un grande dono da custodire: la vita è un respiro tra la nascita e la morte che va riempito di significato, senso, motivazione. L’amore non è una parola vuota ma una concretezza: prendersi cura dell’altro. E’ quello che è avvenuto in ogni famiglia: ciascuno ha avuto più tempo per i propri figli, consorti, genitori, anziani e ammalati. La pandemia insegna che dobbiamo andare verso un futuro diverso, più umano, fatto di rispetto, attenzione, vicinanza. Donandola agli altri, spezzandola come ha fatto il Signore, si moltiplica la vita e l’amore».
Ai valori di collaborazione e solidarietà fondanti la comunità, si è ispirato anche l’intervento del sindaco Ascani che ha sottolineato la particolarità di una «giornata comunque di festa in cui vogliamo esprimere un ringraziamento e un incoraggiamento speciale a quanti si sono prodigati in vario modo in questa emergenza, garantendo servizi essenziali, assistenza o impegnandosi nel silenzio: dalle Forze dell’ordine al gruppo comunale di Protezione Civile, dalla Croce Verde a tutte le associazioni di volontariato, dai medici, operatori sanitari, farmacisti a tutti coloro che hanno continuato a lavorare, con un pensiero particolare agli imprenditori che vivono criticità e a chi il lavoro invece lo ha perso ma pazientemente aspetta di riprendere. Grazie anche ai tanti benefattori che ci stanno consentendo di portare in dono tre mascherine in ogni famiglia. Sono sicuro che presto torneremo a condividere momenti piacevoli: intanto, continuiamo a far battere all’unisono il grande cuore della città».
Rinviati il conferimento delle civiche benemerenze e i tradizionali eventi collaterali, non si è rinunciato tuttavia al suono melodioso della fisarmonica grazie all’intensa interpretazione dell’Ave Maria del maestro Luigino Pallotta e all’allievo della civica scuola di musica “Soprani” Cristian Chiaraluce.
Nella foto Marco Nisi Cerioni l’accensione della lampada per la pace; ripresa audiovideo, Marco Nisi Cerioni.
Il video completo
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