28 Maggio 2012
Un pilota vero, istruttori esperti, le divise “amiche”, il supporto logistico di un imprenditore sensibile e partner importanti: è il pacchetto allestito dal Comando di Polizia Locale per gli studenti che hanno seguito i corsi di educazione alla legalità per il conseguimento del patentino. Nel piazzale della ditta Brandoni si è svolta in mattinata la prima tranche delle lezioni di guida pratica (domani, martedì, il turno delle altre classi) per le quali il Comitato Regionale della Federazione Motociclistica Italiana ha approntato un’organizzazione di tutto punto. Oltre alla simulazione su circuito delle prove d’esame e alla disponibilità di uomini e mezzi (grazie all’accordo con la Garelli Italia), un testimonial d’eccezione: Cristiano Erbacci, protagonista del campionato italiano velocità (massima serie nazionale) nella 600 supersport in procinto di partecipare al mondiale di categoria e all’endurance. Un giovane (Portorecanati, classe ’87) tra i giovanissimi, che si è prestato a mostrare il corretto utilizzo delle protezioni passive e l’importanza di indossare un casco integrale piuttosto che jet, onde evitare traumi maxillofacciali in caso di incidente. “La sicurezza è più importante in nel quotidiano che in pista – ha detto Erbacci – perché maggiori sono gli imprevisti e le insidie; un professionista ha coscienza di ciò che fa e se cade è un suo sbaglio, ma in mezzo al traffico le variabili sono molto più numerose”. Prima di salire in sella, gli studenti hanno espletato in aula la cosiddetta XXIII ora, alla presenza del comandante Gerboni e del tenente Tondini. Poi, con l’ausilio dei formatori di educazione stradale FMI, hanno mosso i primi prudenti passi su due ruote, muniti dei dispositivi forniti anche da Sicurezza Ambiente spa, rappresentata dal delegato provinciale Lucio Nicolini. “Ciò che cerchiamo anzitutto di far capire ai ragazzi è che la conquista della libertà associata all’uso del ciclomotore comporta una precisa responsabilità – dice il coordinatore Fmi Piergiorgio Bontempi -. Recenti ricerche dell’Università La Sapienza dimostrano come in questa fascia di età si abbia una sorta di ‘separazione dal mondo costretto’: all’autonomia conquistata dall’oggi al domani che si va a riversare sulla complessità della viabilità, non corrisponde un’effettiva esperienza ed una percezione del mondo reale. L’esempio classico è quello del movimento orizzontale: occorre una visione a 360°, perché impattare a 40 all’ora equivale a cadere dal 4° piano di un palazzo”. Il codice della strada fissa le regole, ma in sella bisogna andare con un sapere acquisito. In questo senso, l’iniziativa dell’Amministrazione Comunale rappresenta un valore aggiunto fondamentale per fornire gli strumenti base ai giovani e alle loro famiglie.
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