4 Aprile 2014
Si apre domani – sabato 5 aprile, alle ore 17 – nell’importante cornice dell’Auditorium San Francesco, la personale di pittura Il tempo nostro eterno Signore di Giacomo Lascala, in arte Lascini, artista che da qualche tempo risiede e lavora a Castelfidardo. Nato a Forlì nel 1970, inizia il suo percorso sin da bambino, disegnando a matita seguendo la regola di disegno classico e da subito sperimenta nuove tecniche d’espressione figurativa. Si confronta con gli artisti forlivesi, da cui assorbe le tecniche tradizionali, e dopo qualche anno si specializza nella tecnica dell’affresco. Nella città natale, segue corsi di pittura tenuti da qualificati professionisti, che lo hanno portato ad realizzare opere utilizzando la tecnica dell’olio e la tecnica mista. Raggiunge in breve tempo importanti riconoscimenti di pubblico a livello nazionale ed internazionale. Sempre alla ricerca di nuove tecniche, ultimamente esegue ritratti sia a matita come a pastello, paesaggi, nature morte, figure, con la sua personalissima tecnica del affresco. Ciò che in questa mostra intende rappresentare è l’evoluzione delle stile e dell’ispirazione: dai disegni e dalle opere ad olio degli “esordi”, fino agli ultimi lavori con la tecnica dell’affresco, un’evoluzione che segue le orme del tempo, considerato da Lascini “eterno come l’arte, che è un’indescrivibile crogiolo di emozioni, uniche, indispensabili e semplici, gelosamente custodite”. L’esposizione – aperta tutti i giorni fino al 21 aprile con orario 17/20 – mette in mostra 84 quadri e una 30ina di disegni offrendo una panoramica completa delle varie tecniche sperimentate dall’artista.
Nota critica
Giacomo Lascini utilizza una struttura bidimensionale come palcoscenico mutante per evidenziare i substrati nascosti dei suoi soggetti pittorici. La tecnica dell’affresco, applicata ad una superficie mobile, permette l’intrusione radicale dell’idea trasformata in materia, e rende visibili i passi evolutivi di una composizione variabile, soggetta all’interazione con l’osservatore che ne fissa il momento culminante. Prospettive diverse interpretano l’evidenza delle sue tematiche, filtrate da uno strato di materia in superficie, a rappresentare il mondo oggettivo da tutti percepito, ed uno strato velato, misterioso, incomunicabile, a rappresentare il mondo soggettivo che si relaziona a dimensioni compenetrate. Giacomo Lascini opera fra l’irreale e l’apparente, insinuando i suoi soggetti fra il delicato confine che li separa, suggerendo all’osservatore esperto quale specchio utilizzare per riconoscersi. La scelta di una tecnica complessa, complementare a un progetto figurativo “sensibile”, lo distingue per “orgoglio artistico”: virtù riservata a pochi artisti, solitamente anacronistici: artisti che osano mettersi alla prova scegliendo sempre la strada più difficile! Valida interpretazione artistica, attraverso la quale l’artista comunica la complessità degli impulsi che conducono a meandri di un mondo interiore.
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