26 Aprile 2016
Intensa, profonda, mai scontata, come i valori che l`hanno ispirata. Una celebrazione del XXV Aprile partecipata, che ha voluto abbracciare in un omaggio condiviso ai caduti e agli artefici della Liberazione ogni generazione ed espressione della società civile. Istituzioni, forze dell`ordine, associazioni combattentistiche e non, comuni cittadini e studenti hanno dato vita ad una cerimonia che – una volta di più – ha commosso e offerto una testimonianza preziosa. Dall`impegno del Consiglio Comunale dei ragazzi del quale è stato portavoce il minisindaco Davide Menghini citando il presidente Mattarella (“la democrazia ha bisogno di partecipazione attiva, non di spettatori”), a quello dell`Anpi fieramente rappresentato dalla presidente Elisa Bacchiocchi, che ha sottolineato il bel percorso di sensibilizzazione intrapreso nelle scuole perchè “l`Anpi non è un insieme di nostalgici ma un organismo vivo, sentinella vigile in un presente agitato in cui tante guerre muovono nel mondo orde di migranti disperati in un`Europa debole dove solidarietà, pace e diritti umani non si possono affermare con l`antipolitica o l`indifferenza”. La libertà che diamo per acquisita è come l`aria della cui assenza ti accorgi bruscamente quando viene meno, come accaduto a Giulio Regeni. “La libertà è una conquista quotidiana perchè c`è sempre qualcosa da cui ci dobbiamo sbarazzare come la corruzione e la mafia e il processo che rende salda la memoria passa anche attraverso il ricordo di un passato dal quale non dobbiamo smettere di imparare”, ha aggiunto il sindaco Mirco Soprani spiegando il taglio che ha inteso dare alla giornata, invitando Giuseppe Morgese e Davide Duca, autori del volume “Una regione e i suoi campi tra concentramento, internamento, liberazione, deportazione e Supplizio (1940-1944)”. “Una discesa agli inferi – hanno spiegato – da cui sono emersi aspetti sorprendenti e sconosciuti ai più come l`esistenza di ben undici campi, così definiti dal regime e catalogati in Archivio ed oggi camuffati sotto forma di innocue ville e dimore private, opifici o capannoni industriali”: Montelupone, Servigliano, Castelraimondo, Sforzacosta, Urbisaglia, Fabriano, Senigallia, Pollenza, Treia, Petriolo e Sassoferrato. Una testimonianza forte, resa ancor più vera dalla proiezione di filmati e dalla lettura di brucianti scritti dell`epoca a cura della classe ad indirizzo musicale dell`I.C. Soprani e da Davide Bugari . A seguire, la solenne deposizione della corona d’alloro nell’atrio del Comune, l’esibizione del Complesso Filarmonico “Città di Castelfidardo” e l`omaggio al cippo che ricorda l’eccidio dei F.lli Brancondi.
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