25 Aprile 2023
Il 25 aprile non è ‘solo’ una data storica, pur fondativa e simbolo di libertà e democrazia, ma una responsabilità individuale e collettiva, un impegno quotidiano nel costruire pace e uguaglianza. E’ questo il senso della cerimonia proposta stamattina dall’Amministrazione Comunale d’intesa con la sezione locale Anpi e gli Istituti Comprensivi cittadini, un’occasione preziosa per confrontarsi su temi universali in un mondo scosso a tutt’oggi – non solo nella vicina Ucraina – da circa 60 guerre. «E’ importante difendere la storia dai tentativi distorti di revisione e ricordare come il XXV Aprile segni il termine di una dittatura lunga 20 anni e come rappresenti soprattutto il trionfo della resistenza e della determinazione di quanti hanno sacrificato la vita per impedire all’oppressore di prendere il sopravvento», l’introduzione del sindaco Roberto Ascani. Alle sue parole si sono unite quelle della presidente dell’Anpi Elisa Bacchiocchi e della presidente del Consiglio Comunale Lara Piatanesi, che ha voluto ricordare il coraggioso ruolo delle donne partigiane nello schierarsi dalla parte giusta della storia: Adele Bei, Maria Assunta Lorenzon, Ada Natali. All’immane tragedia della seconda guerra mondiale, ha fatto seguito il riscatto del popolo italiano, tramite il referendum e la Carta Costituzionale ove sono confluite in maniera corale tutte le energie antifasciste scandendo con forza il “ripudio alla guerra”. «Se vuoi la pace, prepara la pace» ha esortato Elisa Bacchiocchi citando il filosofo Norberto Bobbio, auspicando «una pace positiva fondata sul rispetto, sulla diplomazia, sulla mediazione e su valori come la solidarietà, il diritto al lavoro e alla salute, che devono camminare sulle gambe di partigiani del nostro tempo».
Dall’appassionato intervento della giornalista, scrittrice, fotografa ed esperta di Medio-Oriente Asmae Dachan, la testimonianza nitida e potente di situazioni a tutt’oggi inaccettabili di povertà, privazioni e soprusi inconciliabili con quello che dovrebbe essere un mondo evoluto. «La guerra non può mai essere la scelta giusta: dobbiamo proteggere ogni giorno e in ogni luogo diritti affatto scontati. Il mio paese d’origine, la Siria, conta 21 milioni di abitanti, ma ben sette sono profughi scappati da torture ed abusi rifugiandosi in Turchia, in quella fascia transfrontaliera dove ora sono vittima di un nuovo sfollamento a causa del terremoto. Una condizione di ulteriore vulnerabilità per chi non ha una casa in cui tornare». Reduce da una missione in Tanzania, la freelance ha raccontato il dramma di un popolo tanto giovane (17 anni di età media) quanto povero che patisce la fame, mentre altri ne sfruttano giacimenti e manodopera; ha ricordato poi il coraggio delle donne iraniane al grido “donne, vita e libertà”, la lotta delle donne afgane cui viene negato il diritto allo studio, forse perché l’intelligenza femminile spaventa. «Oggi si parla di migrazioni e sbarchi in termini di emergenza, ma in realtà si tratta di un fenomeno strutturale e dell’unica via di uscita per chi non può fare altro che fuggire da Paesi dove si muore di fame e non c’è diritto alla mobilità. La pace non è solo l’assenza di gruppi armati e bombardamenti ma è il risultato di tante sfumature»: di qui l’esortazione ad essere cittadini con responsabilità e doveri, battendosi per una democrazia che sia veramente di tutti, imperniata su libertà, salute e senza alcuna violenza di genere.
Dopo le letture a tema degli studenti, la cerimonia accompagnata dalle note del Gruppo Filarmonico Città di Castelfidardo, è proseguita con la deposizione della corona d’alloro in memoria dei Caduti per la patria e al cippo dei fratelli Paolo e Bruno Brancondi, barbaramente uccisi dai nazisti due giorni prima del passaggio del fronte; presente la nipote Nicoletta Campanari.
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