18 Marzo 2009
In merito all’articolo apparso sui quotidiani locali in data odierna, in base al quale si denuncia un presunto caso di “non” somministrazione del pasto presso la mensa di una scuola materna fidardense ad un bambino non in regola con i pagamenti, l’Amministrazione Comunale smentisce categoricamente il fatto. Anzitutto, l’episodio citato non è mai avvenuto così come è assolutamente falso che i Sindacati abbiano assunto la benché minima informazione presso i competenti uffici comunali prima di dare la notizia – infondata – a mezzo stampa. L’accusa di aver messo in disparte un bambino durante l’ora di pranzo è molto grave e può essere facilmente “smontata” dai numerosi testimoni e dal personale presente in mensa.
Tutto ciò fortemente premesso, si coglie l’occasione per sottolineare che il Comune ha appaltato il servizio di mensa scolastica ad una ditta specializzata di ristorazione alla quale va direttamente versata dai genitori la quota-pasto stabilita dal Comune, che d’altro canto si accolla la “differenza”. Da due anni è stato inoltre attivato il sistema dalla card nominale elettronica pre-pagata ed il programma prevede – come da capitolato d’appalto – che dopo il terzo pasto consumato ma non pagato, sia inviato automaticamente un sms con il quale si invita l’utente ad effettuare la ricarica. Inoltre, in tali circostanze è lo stesso personale scolastico ad interessarsene coinvolgendo la famiglia. L’unica sollecitazione rivolta da parte del personale insegnante alla famiglia del bambino in questione è stata proprio quella di provvedere ad effettuare la ricarica dato che risultava in debito di numerosi pasti. Va altresì ricordato che, nonostante sia prevista la possibilità di sospendere l’erogazione del servizio, di fatto la ditta è molto elastica e non si sono mai registrati casi di sospensione anche a fronte di forti ritardi nei pagamenti. In generale, si ricorda che i servizi a domanda individuale – tra i quali rientra la mensa – sono soggetti a contribuzione da parte dell’utente: qualora sussista una condizione di disagio economico, così come previsto da regolamento, sono i Servizi Sociali a valutare (previa richiesta di contributo del cittadino) l’ammissione a contributo e l’eventuale entità. Dispiace profondamente, infine, che la notizia sia stata così superficialmente diffusa da una fonte sindacale gettando gratuitamente discredito su un Comune elogiato dagli stessi Sindacati per essere stato tra i primi a inserire in bilancio un fondo speciale di solidarietà a sostegno delle famiglie nella crisi economica.
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