21 Ottobre 2008
E’ indubbiamente il risveglio più dolce da quando la serie A è entrata in casa La Nef. Perché dal campo di Mantova sono arrivati i primi storici punti, perché una vittoria di tale fattura conferma quanto i tecnici continuavano a ripetere (“possiamo giocarcela con tutti”) pur contro la logica di quello zero in classifica che società e squadra non hanno mai sentito proprio. Evitando che fosse un peso. Ma se prima non c’era da abbattersi, ora non c’è da esaltarsi. Si torna – semplicemente – più leggeri e più carichi in palestra per preparare la gara interna di domenica con la Fiorese Bassano, consci di avere rotto il ghiaccio sfoderando un carattere pazzesco. Non solo perché un successo a domicilio della Canadiens non è cosa da tutti i giorni, ma anche perché La Nef ha avuto la “sfrontatezza” di conquistarlo in una condizione di totale criticità. Il recupero di Pavan, infatti, non è stato forzato e al centro – stante il forfait pregresso di Chiarini – si è ritrovato il solo Formentini a fare ´reparto` affiancato da un D’Angelo generosamente votato al sacrificio. L’opposto campano (già dirottato all’ala quando l’emergenza era fra gli schiacciatori) è stato impiegato da centrale, mentre al due è subentrato un Federico Moretti rivelatosi dilagante. Peripezie tattiche ripagate da una prova super, tipica di chi vuole dare un calcio alla malasorte. «Affrontavamo questa partita con il timore di non essere all’altezza – confessa coach Gianluca Graziosi – invece abbiamo ovviato al deficit al centro impostando un gioco rapido alle bande: sono i numeri a dire che da posto 2 e 4 siamo stati superiori a Mantova, con percentuali di efficacia superiori al 55% da parte di tutti i tre attaccanti». Già, perché i ricettori (Paterniani e Komel) hanno portato a casa 18 e 20 punti, Moretti ha “chiamato” 34. I fondamentali di battuta e difesa completano l’impresa: «Siamo stati bravi ad evitare che i locali potessero sfruttare il primo tempo – spiega Graziosi – e se nel quarto set un pizzico di paura di chiudere onestamente l’abbiamo avuto, nel tie-break siamo stati determinatissimi: finalmente abbiamo vinto un set al fotofinish, finalmente abbiamo metabolizzato i contraccolpi psicologici dei set persi, finalmente abbiamo messo in pratica ciò che le prime gare ci hanno insegnato: la serie A va giocata parziale per parziale, tirando sempre al massimo. E ci fa particolarmente piacere prendere coscienza di ciò che sapevamo sin dall’inizio. La nostra è una squadra di 12 pedine dello stesso livello in cui ciascuno può essere determinante: benvengano le alternative». Bollettino. Pavan osserverà un altro paio di giorni di riposo ma nelle prossime ore coronerà il suo sogno più bello: diventare padre.
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