21 Febbraio 2020
Il 9 maggio 1981 veniva inaugurato in una giornata di festa passata legittimamente alla storia, il Museo internazionale della fisarmonica fortemente voluto dagli amministratori dell’epoca e da personalità di spicco come il maestro Gervasio Marcosignori per dare una degna rappresentazione e vetrina al patrimonio culturale e artigiano fidardense.
A distanza di quasi 40 anni, dopo un sostanzioso intervento di restyling logico e strutturale, il prossimo 9 maggio lo scrigno di via Mordini verrà restituito alla fruizione della città di cui è un simbolo e dei numerosi turisti che, con una media di 15.000 visite all’anno, lo rendono tra i più apprezzati delle Marche. “Il Museo della fisarmonica testimonia la geniale vocazione artistica e imprenditoriale del nostro tessuto civile e se ne è inteso esaltare il valore coniciliano tradizione e innovazione. Un gioiello che appartiene a tutte le generazioni e a cui tutti possono contribuire cogliendo l’opportunità fornita dall’art bonus” spiega il sindaco Roberto Ascani annunciando che attraverso il MIBACT (Ministero per i beni e le attività culturali) è stata attivata la procedura sul sito del ministero
Un progetto di 47mila euro pensato per realizzare ulteriori opere di abbellimento atte a migliorare la visibilità della sede e ad arricchire gli ambienti interni.
Dopo gli interventi murari ed edili finanziati per buona parte da fondi europei messi a disposizione dalla Regione svolti nel rispetto delle indicazioni della Soprintendenza, si stanno perfezionando gli ultimi dettagli dando la possibilità alle aziende del territorio di entrare a far parte del gruppo di lavoro e della squadra di mecenati di un nobile progetto.
L’Art bonus è pratica ampiamente diffusa, che permette di usufruire di rilevanti benefici fiscali sotto forma di credito di imposta nella misura del 65%, come previsto dalla legge sulle erogazioni liberali in denaro per il sostegno della cultura.
L’azione dell’Amministrazione a favore della promozione e della tutela della fisarmonica si esplica per altro in più direzioni: sono in itinere infatti anche le complesse procedure per inserire lo strumento ad ancia nel patrimonio Unesco.
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