16 Aprile 2021
Ecco i numeri con cui si sostanzia la variante al piano regolatore generale approvata martedì scorso dal Consiglio Comunale dopo un percorso lungo tre anni. Ventitremila metri quadri di territorio sottratti all’edificabilità a fronte di un consistente aumento delle zone di interesse comune utilizzabili per fini religiosi, culturali, sanitari e amministrativi (202.814 mq in più); una previsione largamente superiore ai limiti minimi di legge indicati dagli standard urbanistici per aree verdi ed attrezzature sportive (+409.716 mq), zone destinate all’istruzione (+2.724 mq) ai parcheggi (+ 52.451 mq) e agli spazi pubblici relativi ad attività collettive e parcheggi in ambito produttivo (+71.543 mq).
Un iter complesso, avviato ad inizio 2018, che ha coinvolto una pluralità di attori ed enti, svolto «rispettando principi di sostenibilità ambientale ed equità», ha detto il sindaco Roberto Ascani, manifestando la soddisfazione dell’Amministrazione per il raggiungimento «di un risultato importante che dà respiro in questa prolungata fase di disagio economico».
Uno strumento urbanistico che non ha l’ambizione di stravolgere l’impostazione del prg vigente ma che si collega ad un tema di stretta attualità come la transizione ecologica e fornisce una chiara indicazione verso le nuove opportunità offerte da Ministeri, Regione e dal programma Next Generation Eu per interventi a favore del pubblico e dell’uso consapevole del territorio.
Nel complesso, la variante si concretizza in 77 proposte che, tra osservazioni, richieste particolari oppure modifiche alle norme attuative, hanno riguardato sia le tavole grafiche che le norme tecniche di attuazione ottenendo parere positivo dalla Provincia, dalla Soprintendenza e dagli Enti preposti alla tutela ambientale.
«Un percorso in cui i cittadini sono stati al centro delle decisioni con particolare attenzione ad un minore consumo di suolo e al mantenimento di aree destinate a servizi pubblici cercando di bilanciare le esigenze di chi sta cercando di sviluppare la propria attività e di chi invece paga le conseguenze della crisi e ha pertanto domandato di rinunciare all’edificabilità: queste aree, ove possibile, sono state trasformate in residenziale, una scelta accordata senza scompensi sulle casse comunali che registrano una flessione irrisoria di 3.468 € annui in meno di entrate», aggiunge il sindaco. Sono stati inoltre rimossi quegli ostacoli che non permettevano lo sviluppo delle attività produttive perfezionando i contorni delle aree edificabili senza incrementare il carico urbanistico e in alcuni casi si sono eliminati vincoli amministrativi ormai obsoleti, come il caso delle aree D3B, cioè previsioni di edificabilità solo ai proprietari delle aree alla data del 2006.
Ringraziando per la proficua collaborazione consiglieri, enti, uffici e la commissione preposta, il sindaco ha anche sottolineato come il lavoro di squadra abbia consentito a Castelfidardo di essere tra i primi Comuni ad adottare lo strumento secondo la nuova normativa, vedendo accolte dalla Provincia la quasi totalità delle proposte di modifica. Alcune criticità, come l’ampliamento dell’area a ridosso della Selva e il campo di via Castagni, erano state respinte e risolte con voto unanime del Consiglio.
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